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Il mio insegnamento ha sempre voluto fornire ai giovani una formazione generale senza tuttavia precludere la possibilità allo sviluppo della specializzazione particolare. Anzi penso che alla formazione generale debba necessariamente far seguito la specializzazione approfondita in un particolare settore del sapere, giacché sono pienamente convinto che l’enciclopedismo è segno chiaro di dilettantismo. Né è concepibile si possa verificare ai nostri giorni quanto auspicava il Rinascimento nell’educazione dell’uomo, secondo cui l’individuo doveva diventare espertissimo in ogni campo dello scibile. Adoperandomi a far sviluppare gli interessi per i vari aspetti della realtà, non mi auguro certamente che ciò serva ai giovani di pastoia nel prosieguo della loro formazione, la quale deve essere senza dubbio specialistica. Né ho mai pensato di privilegiare gli interessi teorici sui pratici o i letterali sugli scientifici o sui tecnici. Al contrario, ho sempre detto e sostenuto che la personalità di un individuo emerge in qualunque attività egli eserciti, purché sia portato per essa e la svolga con passione. A riprova di ciò, tanti giovani laureati miei ex allievi si sono affermati nei campi più disparati, dalla medicina all’ingegneria, dalla chimica alla matematica, dalla avvocatura alla letteratura e all’insegnamento delle più svariate materie. Mai mi è capitato, per mia somma fortuna, di scoraggiare alcun mio alunno in qualche sua iniziativa, né di avere stroncato la genialità nel suo manifestarsi. E se ho detto, nel terzo paragrafo di questo scritto, che non è compito della scuola di allevare i geni, ho voluto significare che la scuola non deve assolutamente favorire le menti elette, bensì la formazione del maggior numero di menti possibili, benché modeste, poiché il suo compito è quello di diffondere il sapere tra le masse e far sì che queste si innalzino il più possibile verso la luce della cultura. Quando poi si palesano i geni, siano essi i benvenuti e si faccia di tutto perché giungano al massimo rendimento. Non ho mai approvato coloro che caldeggiano la selezione in senso tradizionale. La scuola deve essere concepita in funzione formativa e non selettiva. Si deve fare in modo che l’istruzione, che essa profonde, sia diretta a tutti e a tutti risulti accessibile sia negli argomenti che propone per realizzare i suoi fini, sia nel modo in cui li propone, di modo che non privilegi i più dotati, bensì i meno dotati senza tuttavia mortificare o togliere nulla ai primi.