C’è chi sostiene che si commette una grossa sciocchezza attribuendo peso politico al numero poiché si rende eguale l’opinione di ogni cittadino: ossia si pone sullo stesso piano l’opinione di chi sa magari appena appena leggere o è addirittura del tutto analfabeta, e quella di chi consacra al bene dello Stato tutte le proprie energie.

In un regime parlamentare democratico, dove a contare sono le maggioranze, esercitano un peso politico molto rilevante quelle categorie di persone che di politica sanno poco o niente, mentre i veri promotori della politica non possono, essendo una minoranza, esercitare la loro vera funzione. Mi sembra questa, una tesi falsa. Infatti è vero che ufficialmente le decisioni politiche vengono prese in base ai voti che esse raccolgono, ma è altrettanto vero che sono i pochi, che praticano la politica, a determinarla. Le opinioni che si diffondono, sono le loro e non quelle di chi non si occupa di politica. Il numero, semmai, in un regime democratico ha importanza perché una categoria di politici non diventi sopraffattrice. La politica ha come fine la realizzazione degli interessi di tutti i cittadini che appartengono ad una certa comunità, talvolta invece si verificano particolari deviazioni per cui gli interessi dei pochi si sovrappongo a quelli dei molti. Ciò si verifica più facilmente nelle società autoritarie, nelle quali coloro che fanno politica in conformità alle ideologie su cui tali società si reggono, godono di tutti i favori possibili senza essere contrastati. In una società democratica ciò non avviene perché tutti i cittadini sono soggetti a controllo da parte di tutti gli altri. Anche in una società democratica ci possono essere delle deviazioni, ma si correggono senza urti violenti con le votazioni. Ogni volta che si verifica una deviazione anche da parte delle persone più altolocate, la società democratica consente a coloro che fanno politica in maniera onesta, pur essendo in numero sparuto, di alzare la loro voce accusatoria e di persuadere le masse dei cittadini che solitamente non si interessano di politica, ad occuparsi della deviazione avvenuta e a sanarla con il loro voto. In questo caso, il numero non solo è importante, ma sarà anche benefico. Si sa che la demagogia fa del numero un cattivo uso strumentalizzandolo per situazioni deteriori. In una società democratica però i demagoghi possono essere facilmente smascherati e resi innocui con una debita critica nei loro confronti. Le masse si persuadono di essere state ingannate ed isolano il demagogo. In una società autoritaria chi detiene il potere, non lo compartisce con nessuno e lo usa anche a danno di chi gli muove critiche, impedendo che alcuna voce contraria si levi in disapprovazione del suo operato. Così, quando decide di ingannare le masse popolari, queste non possono essere edotte di quanto sta avvenendo dal momento che nessuno potrà farlo. E così anche le ingiustizie più macroscopiche non verranno notate dai ragionamenti fatti sopra. Appare chiaro quanto il numero sia importante nell’attività politica. La comunità sociale in cui esso non esercita la sua funzione, è in balìa delle legge della giungla in cui il più forte ha sempre ragione.