Indice articoli

 

Il liberalismo, che è disposto a riconoscere esclusivamente il valore dell’individuo, e il socialismo, che fa ciò nei confronti del collettivo, esprimono due posizioni unilaterali, capaci soltanto di estremizzare la situazione sociale, cosa oggi da nessuno approvata perché non rispondente alle esigenze reali. Ne più chiara a riguardo risulta la posizione cattolica, espressa in modo particolare dalla Neoscolastica, di cui Jacques Maritain è il maggiore rappresentante. Questi filosofi non approvano ne le dottrine sociali del liberalismo ne quelle del socialismo perché unilaterali; ma la correzione che sanno apportare almeno in teoria – giacché in pratica si collocano abbastanza vicino al liberalismo – è quella di indicare una fuga dal mondo. Distinguono infatti l’individuo dalla persona perché il primo è finalizzato esclusivamente all’umano, che non può riguardare che la società terrena; la seconda ha come proprio fine Dio; e quindi la sua base è il trascendente e l’assoluto. Il vero bene comune delle persone è la trascendenza divina, che esprime l’assoluto. Il sociale terreno è il bene comune minimo delle persone in questo mondo, il quale sua volta, ha il suo fondamento nel bene comune assoluto: cioè in Dio. Questa dottrina filosofica politica, nata per mediare l’estremismo della dottrina liberale e di quella socialista, non ha mediato nulla giacché ha indicato non una soluzione al problema che si era posto, bensì un evasione da esso. La dottrina Neoscolastica, a mio avviso, non è adatta alla soluzione delle problematiche sociali dei tempi moderni, in quanto esse hanno il loro fondamento sulla terra e non sul cielo. La Neoscolastica più che una dottrina sociale, è una dottrina consolatoria. Nel Medioevo le masse erano in totale balìa di pochi privilegiati dominatori. Esse avevano soltanto doveri di obbedienza alle imposizioni, mentre mancava loro qualsiasi diritto per far valere le esigenze più elementari. Su di loro gravavano le prepotenze, le sopraffazioni e le sofferenze più svariate. In condizioni simili riuscivano loro adeguatissime quelle dottrine che affermavano che la felicità si trovava nel mondo celeste e non in quello terreno. Il mondo terreno era transeunte; quello celeste era eterno. Il mondo terreno quante più sofferenze arrecava tanto più rendeva degni del mondo celeste. Le masse, che non avevano alcuna protezione sociale su questa terra, dovevano necessariamente sopportare tutto quello che si imponeva loro ed aspettare la fine della vita per avere il premio delle sofferenze patite. Dal momento però che i saggi del Rinascimento hanno insegnato agli uomini che il loro vero mondo è quello terreno e in esso soltanto devono procurarsi la felicità, questi hanno cominciato a volgere gli occhi sulla terra e a sentire questa come la loro vera casa. Da allora hanno cominciato a pensare che i loro problemi si pongono sulla terra e che sulla terra vanno affrontati e risolti, e in questa direzione si sono incamminati ed hanno impostato il loro procedere. La filosofia Neoscolastica con le soluzioni che propone, non è dunque adatta a risolvere i problemi sociali del nostro tempo. Se vorrà conseguire lo scopo che dice di prefiggersi, deve essere meno rigorosa, affrontare decisamente l’abolizione dei privilegi sociali e civili dovunque essi si manifestino, agire per incidere veramente su questa via. Ma allora dovrà mutare certamente molte delle sue concezioni dottrinali per non dire addirittura tutta la sua identità. La dignità umana va cercata in questo mondo in quanto è in questo mondo che gli uomini agiscono ed operano. In tal modo si può capire come siano da considerarsi inviolabili tanto il collettivo quanto l’individuo, perché appartenenti entrambi all’attività umana. Da ciò consegue che è assolutamente necessario dar corso ad un regime politico che concili le esigenze dell’individuo con quelle del collettivo. Bisogna fare in modo che il pubblico e il privato convivano insieme non tanto in posizione antagonistica quanto in posizione del reciproco stimolo. E questo deve avvenire in tutte le fondamentali attività dello Stato.